Il caso BIO-ON

Il caso BIO-ON

Come ottenere il risarcimento.

In due parole 

Gli azionisti BIO-ON hanno diritto ad ottenere il risarcimento dei danni da perdita del valore dei loro investimenti e possono agire in giudizio nei confronti della Banca ed anche della società di revisione.

Per chi volesse saperne di più invitiamo a leggere l’articolo per intero.

Premessa

Parliamo oggi della vicenda BIO-ON la start up bolognese quotata sul mercato AIM di Borsa Italiana, dichiarata fallita dal Tribunale di Bologna nel dicembre 2019.

Il succedersi dei fatti che hanno portato al fallimento sono tristemente noti a tutti coloro che avevano investito in questa società: nata nel 2007 per la produzione di bioplastiche era riuscita a raggiungere un valore di mercato di oltre un miliardo di euro nell’anno 2018. La BIO-ON aveva collocato le sue azioni a 5 euro sul listino AIM nel 2014 e il valore delle azioni era rimasto stabile sino al 2018 quando aveva subito un fortissimo incremento che ha portato l’azienda ad avere una capitalizzazione superiore al miliardo di euro.

Nel luglio 2018 il fondo americano Quintessential ha pubblicato un report grandemente negativo sulla BIO-ON nel quale venivano denunciate tra l’altro false fatturazioni e la totale assenza di prodotti realizzati. Conseguenza di questo report è stato il crollo della capitalizzazione, l’emersione di ingenti perdite e il conseguente fallimento disposto dal Tribunale di Bologna.

Sviluppi recenti

A seguito delle indagini da parte della Procura di Bologna si è aperto un processo penale a carico di vari soggetti coinvolti nel crack tra i quali l’amministratore delegato, i sindaci, alti dirigenti dell’azienda nonché due dipendenti delle società di revisione Pricewaterhouse Coopers S.p.A. e EY S.p.A.

Centinaia di azionisti si sono costituiti parte civile nel processo penale a carico di questi soggetti chiedendo il risarcimento dei danni subiti dalla perdita di valore del loro investimento.

Pro e contro della costituzione di parte civile nel processo penale

La costituzione di parte civile ha il vantaggio di essere economica perché non vi sono costi vivi da pagare se non una marca da bollo. L’atto di costituzione può essere molto snello e sarà poi la Procura, sulla quale grava l’onere della prova, a dimostrare la violazione di norme penali. Alla condanna degli imputati consegue sempre la statuizione sulle spese legali in favore delle parti civili (ossia la parcella dei loro legali) e in alcuni casi la condanna degli imputati ad una provvisionale. Nel caso dei reati finanziari la provvisionale è di difficile quantificazione tanto che in genere il Tribunale penale nel condannare l’imputato dispone che per il risarcimento dei danni sia attivata, a cura e spese delle parti civili, una successiva causa dinanzi al Tribunale civile.

Quindi il vantaggio della costituzione di parte civile risiede, sostanzialmente, nel fatto che i costi iniziali siano contenuti e che lo sforzo processuale di gran lunga maggiore venga portato avanti dalla Procura. Può dunque accadere, e non è raro in materia finanziaria, che mentre le spese legali delle parti civili sono coperte dagli imputati, i risarcimenti non siano disposti e rimandati ad un futuro processo civile.

Percorso alternativo consigliato

Nel caso BIO-ON non comprendiamo la scelta di optare per il processo penale. Non che sia infrequente che chi è stato danneggiato da un fatto costituente reato voglia ottenere giustizia e richieda il risarcimento dei danni al giudice penale.

Questa scelta non è chiara in un caso di investimento finanziario con diversi soggetti coinvolti a vario titolo, alcuni dei quali abbondantemente solvibili.

Mi spiego meglio. Se decido di investire in un prodotto finanziario quali sono le azioni BIO-ON lo faccio perché l’intermediario che me le propone ne ha descritto la convenienza e il grado di rischio. Decido di investire perché dopo avere effettuato un controllo sui bilanci e sulle comunicazioni aziendali apprendo che la società di revisione ha dato un giudizio favorevole.

Ma se i dipendenti delle società di revisione sono imputati nel processo penale per avere omesso i controlli ed avere scientemente dichiarato il falso nei bilanci della BIO-ON per favorirne la capitalizzazione in borsa mi chiedo per quale motivo la grande massa dei risparmiatori traditi non abbia deciso di agire in un giudizio civile quantomeno contro le società di revisione (le quale rispondono, per legge, per il male operato dei propri dipendenti) e contro gli intermediari finanziari che hanno loro collocato il prodotto se non hanno fornito le dovute informazioni.

E’ vero che la causa civile ha costi superiori rispetto alla costituzione di parte civile nel processo penale in ragione della maggiore complessità. Ma è anche vero che i risultati possono essere di gran lunga più soddisfacenti.

Stiamo parlando di persone che hanno perso parte dei loro risparmi e non sono stati vittime di fatti di sangue. Il loro obbiettivo primario è quello di recuperare la perdita economica subita e non è certo quella penale la sede deputata per ottenerlo.

Cosa fare

Coloro che ancora non si sono costituiti parte civile ma che intendono attivarsi per tentare di recuperare le somme perdute devono reperire la documentazione relativa alla sottoscrizione delle azioni comprese le specifiche informazione sull’investimento in azioni BIO-ON fornite dall’intermediario finanziario (in genere una Banca) e la profilatura del rischio.

Gli azionisti che hanno già depositato la costituzione di parte civile devono invece attendere la sentenza definitiva (in Cassazione, dunque, e possono trascorrere anche molti anni). Un’eventuale loro rinuncia alla costituzione di parte civile non consente infatti di ottenere una sentenza dal Tribunale civile se non dopo che sia divenuta definitiva la sentenza penale.

La responsabilità dell’intermediario nei confronti del cliente ha natura contrattuale ed è soggetta al termine di prescrizione decennale. La responsabilità della società di revisione nei confronti dell’azionista BIO-ON è invece di tipo extra contrattuale con termine di prescrizione quinquennale, in genere decorrente dall’ultima relazione di bilancio.

La causa civile sarà tendenzialmente individuale perché ogni situazione è diversa dall’altra. Sono possibili cause cumulative quando le situazioni siano oggettivamente sovrapponibili (stesso soggetto intermediario, profili di rischio e informative simili ecc.). In questa materia non è ammessa la class action come poco correttamente alcune associazioni di consumatori, o pretese tali, reclamizzano online.

E’ invece possibile intraprendere, in alternativa alla causa civile, il ricorso all’ACF (Arbitro per le controversie finanziarie) con il vantaggio di avere costi e tempistica ridotta rispetto al Tribunale Civile; con lo svantaggio (non da poco invero) che le decisioni dell’ACF non sono esecutive come le sentenze pronunciate dai Tribunali e l’intermediario non è tenuto ad eseguirle cioè a pagare quanto stabilito nella decisione arbitrale.

Invitiamo coloro che siano interessati a recuperare i loro risparmi a rivolgersi ad avvocati civilisti con competenza specifica nel contenzioso in materia bancaria-finanziaria.

Per maggiori informazioni è possibile contattare il nostro Studio legale.